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Vasilij Vasil’evič Kandinskij  (Mosca, 4 dicembre 1866 – Neuilly-sur-Seine, Parigi, 13 dicembre 1944) è stato un pittore russo, considerato il padre dell’astrattismo lirico.

Kandinskij nelle sue opere espone le sue teorie sull’uso del colore, intravedendo un nesso strettissimo tra opera d’arte e dimensione spirituale. Il colore può avere due possibili effetti sullo spettatore: un effetto fisico, superficiale e basato su sensazioni momentanee, determinato dalla registrazione da parte della retina di un colore piuttosto che di un altro; un effetto psichico dovuto alla vibrazione spirituale (prodotta dalla forza psichica dell’uomo) attraverso cui il colore raggiunge l’anima. Esso può essere diretto o verificarsi per associazione con gli altri sensi.L’effetto psichico del colore è determinato dalle sue qualità sensibili: il colore ha un odore, un sapore, un suono. Kandinskij utilizza una metafora musicale per spiegare quest’effetto: il colore è il tasto, l’occhio è il martelletto, l’anima è un pianoforte con molte corde.  Kandinskij, sempre in base alla teoria secondo la quale il movimento del colore è una vibrazione che tocca le corde dell’interiorità, descrive i colori in base alle sensazioni e alle emozioni che suscitano nello spettatore, paragonandoli a strumenti musicali. Egli si occupa dei colori primari (giallo, azzurro, rosso) e poi di colori secondari (arancione, verde, viola), ciascuno dei quali è frutto della mescolanza tra due primari. Analizzerà anche le proprietà di marrone, grigio e arancione.

. Il giallo è dotato di una follia vitale, prorompente, di un’irrazionalità cieca; viene paragonato al suono di una tromba, di una fanfara. Il giallo indica anche eccitazione quindi può essere accostato spesso al rosso ma si differenzia da quest’ultimo.

. L’azzurro è il blu che tende ai toni più chiari, è indifferente, distante, come un cielo artistico; è paragonabile al suono di un flauto.

. Il rosso è caldo, vitale, vivace, irrequieto ma diverso dal giallo, perché non ha la sua superficialità. L’energia del rosso è consapevole, può essere canalizzata. Più è chiaro e tendente al giallo, più ha vitalità, energia. Il rosso medio è profondo, il rosso scuro è più meditativo. È paragonato al suono di una tuba.

. L‘arancione esprime energia, movimento, e più è vicino alle tonalità del giallo, più è superficiale; è paragonabile al suono di una campana o di un contralto.

. Il verde è assoluta mobilità in una assoluta quiete, fa annoiare, suggerisce opulenza, compiacimento, è una quiete appagata, appena vira verso il giallo acquista energia, giocosità. Con il blu diventa pensieroso, attivo. Ha i toni ampi, caldi, semigravi del violino.

. Il viola, come l’arancione, è instabile ed è molto difficile utilizzarlo nella fascia intermedia tra rosso e blu. È paragonabile al corno inglese, alla zampogna, al fagotto.

. Il blu è il colore del cielo, è profondo; quando è intenso suggerisce quiete, quando tende al nero è fortemente drammatico, quando tende ai toni più chiari le sue qualità sono simili a quelle dell’azzurro, se viene mischiato con il giallo lo rende malto, ed è come se la follia del giallo divenisse “ipocondria”. In genere è associato al suono del violoncello.

. Il grigio è l’equivalente del verde, ugualmente statico, indica quiete, ma mentre nel verde è presente, seppur paralizzata, l’energia del giallo che lo fa variare verso tonalità più chiare o più fredde facendogli recuperare vibrazione, nel grigio c’è assoluta mancanza di movimento, che esso volga verso il bianco o verso il nero.

. Il marrone si ottiene mischiando il nero con il rosso, ma essendo l’energia di quest’ultimo fortemente sorvegliata, ne consegue che esso risulti ottuso, duro, poco dinamico.

. Il bianco è dato dalla somma (convenzionale) di tutti i colori dell’iride, ma è un mondo in cui tutti questi colori sono scomparsi, di fatto è un muro di silenzio assoluto, interiormente lo sentiamo come un non-suono. Tuttavia è un silenzio di nascita, ricco di potenzialità; è la pausa tra una battuta e l’altra di un’esecuzione musicale, che prelude ad altri suoni.

. Il nero è mancanza di luce, è un non-colore, è spento come un rogo arso completamente. È un silenzio di morte; è la pausa finale di un’esecuzione musicale, tuttavia a differenza del bianco (in cui il colore che vi è già contenuto è flebile) fa risaltare qualsiasi colore.

L’artista affronta la pittura astratta attraverso tre gruppi di opere, che anche nelle loro denominazioni indicano il legame dell’arte di Kandinskij con la musica: “impressioni”, “improvvisazioni” e “composizioni”.

Kandinsky divise le sue opere in tre categorie: Impressioni sono i quadri nei quali resta ancora visibile l’impressione diretta della natura esteriore; improvvisazioni, quelli nati improvvisamente dall’intimo e inconsciamente; composizioni quelli alla cui costruzione partecipa il cosciente, definiti attraverso una serie di studi.

Kandinsky considerò le Composizioni, come le dichiarazioni più importanti delle sue idee artistiche. Esse condividono diverse caratteristiche che esprimono questa monumentalità: l’impressionante grande formato, la coscienza, la pianificazione deliberata della composizione, e la trascendenza della rappresentazione da parte di immagini sempre più astratte. Proprio come le sinfonie si definiscono pietre miliari nella carriera di un compositore, le composizioni di Kandinsky hanno rappresentato il culmine della sua visione artistica in un dato momento della sua carriera.

Composizione VIII:

"Composizione VIII"

("Composizione 8" 1923, olio su tela, 140 x 201 cm. Museo Solomon R. Guggenheim, New York.)

 Dipinta dieci anni più tardi, nel 1923, Composizione VIII riflette l’influenza del suprematismo e costruttivismo assorbiti da Kandinsky in Russia, prima del suo ritorno in Germania per insegnare al Bauhaus. Qui, Kandinsky si è spostato dal colore alla forma, come l’elemento dominante della composizione. Forme di contrasto costituiscono ora l’equilibrio dinamico dei lavori, il grande cerchio in alto a sinistra gioca contro la rete di linee precise nella parte destra della tela. Si noti inoltre come Kandinsky utilizzi colori diversi nelle forme per eccitare la loro geometria: un cerchio giallo con alone blu contro cerchio blu con alone giallo; un angolo retto pieno di blu e un angolo acuto di colore rosa. Lo sfondo lavora anche per migliorare la dinamicità della composizione. Il design non appare come un esercizio geometrico su un piano, ma sembra che si svolga in uno spazio indefinito. I colori di sfondo stratificato – azzurro, in fondo, giallo chiaro in alto e bianco in mezzo – definiscono questa profondità. Le forme tendono a retrocedere e avanzare all’interno di questa profondità, creando una dinamica, con effetto push-pull.

("Alcuni cerchi" 1926, olio su tela, 140 x 140 cm. Museo Solomon R. Guggenheim, New York.)

Alcuni cerchi:

Nella tela a sfondo nero,le cui sfumature seguono armoniosamente le figure colorate, si stagliano alcuni cerchi che sembrano fluttuare nel vuoto e che ricordano moltissimo i pianeti che orbitano nell’universo secondo le leggi della reciproca attrazione gravitazionale: alcuni di essi sono più isolati rispetto ad altri che invece formano degli agglomerati consistenti. La sovrapposizione del cerchio blu, predominante sugli altri per grandezza, su un cerchio bianco sfumato nei contorni richiama le eclissi lunari: con un impiego di forme geometriche e colori Kandinsky realizza così un’opera che appaga anche i sensi e non solo l’occhio. Il cerchio nero interno a quello blu è richiamato da altri cerchi più piccoli dello stesso colore che costellano l’intera opera. I colori sono come trasparenti ed è importate notare la straordinaria abilità del pittore nel rappresentare le variazioni tonali dei “cerchi-pianeti” che si sovrappongono e si eclissano a vicenda, senza però oscurarsi reciprocamente del tutto.

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